Adotta una Famiglia

ADOTTA UNA FAMIGLIA

Il progetto

ADOTTA UNA FAMIGLIA è un’iniziativa del
Centro d’ascolto della Parrocchia di Santa Maria del Suffragio in Milano
che va ad aggiungersi alle abituali attività svolte dalla Caritas.

Il nostro quartiere è molto vicino al centro della città, ma a differenza di quanto si potrebbe pensare, evidenzia molte di situazioni di disagio, sociale e economico.

Chi siamo

La realtà parrocchiale è da sempre molto variegata. I problemi, infatti, già presenti a metà del secolo scorso, negli ultimi tempi si sono maggiormente evidenziati a causa della crisi finanziaria e dell’aumento dell’immigrazione.
Per questo, il centro d’ascolto della Caritas, nato con l’intento di accogliere e sostenere chi vive un momento di difficoltà, si è rivelato un punto di riferimento fondamentale per molte persone che abitano attorno alla Parrocchia.

Cosa facciamo

Il progetto ADOTTA UNA FAMIGLIA ha come obiettivo quello di aiutare per 4 mesi e per una somma di 200,00 Euro al mese le famiglie che il Centro d’Ascolto individua come bisognose di un piccolo aiuto. Le somme raccolte non vengono consegnate alle famiglie ma è il Centro d’Ascolto che provvede direttamente a spendere il denaro per loro conto.
Si tratta delle piccole cose che incidono sulla dignità: la bolletta della luce, quella del gas, l’acquisto del materiale scolastico dei bambini o dei pannolini e ogni altra forma in cui possiamo essere di sostegno.
Le famiglie, individuate di concerto con le altre organizzazioni che svolgono sul territorio l’opera di assistenza sociale, vengono inoltre seguite dal personale incaricato.

Come aiutarci

Nel percorso di quattro mesi l’obiettivo e poi quello di accompagnare il nucleo famigliare verso un nuovo percorso ordinario, fatto di normalità, supportandolo con tutte quelle che sono le iniziative della nostra parrocchia.
Ogni 800 Euro raccolti verrà individuata una nuova famiglia bisognosa del nostro e del vostro aiuto.

I contributi potranno essere effettuati sul conto corrente aperto presso il Credito Valtellinese e avente IBAN:

IT 57 F 05216 01631 0000 0006 4838

La causale sarà la seguente: Erogazione liberale a favore di Adotta una famiglia – nome e cognome dell’ordinante.
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

Vantaggio fiscale

Per somme superiori ai 30 Euro sarà possibile ottenere la dichiarazione rilasciati ai fini della deducibilità delle imposte sul reddito nei termini consentiti dalle Leggi facendone richiesta per email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. , preferibilmente allegando copia del bonifico effettuato.

Una risposta concreta

Essendo un progetto di dimensioni contenute, è possibile seguirlo anche attivamente e appassionarsi ulteriormente.
L'iniziativa è parrocchiale, ma ogni attività verrà coordinata con le attività di assistenza sociale attive sul territorio al fine di finalizzare al meglio l'intervento.

sportello legale

Sportello legale

 

Il primo aiuto, quello fondamentale, è l’ascolto

Una forte sensazione di impotenza: questo, il primo sentimento che ti aggredisce quando varchi la soglia del Centro di ascolto. Sì, perché ascoltare sembra poca cosa, come dire, con l’ascolto non si mangia. E invece questa è la prima azione, la più importante e la più difficile, quella che impone di far tacere sé stessi e quella voglia di trovare in fretta una soluzione. La tentazione infatti è quella di chiudere l’argomento e passare oltre (avanti un altro!), di trovare quella “formuletta” estemporanea che dà un senso alla tua presenza e gratifica.

Tutto questo per sottolineare che le soluzioni concrete, quando anche si possono trovare, non sono la prima cosa da cercare: prima occorre conoscere e condividere.

Solo dopo aver ascoltato, si può ricorrere a soluzioni di primo intervento, come la consegna di alimentari o capi d’abbigliamento. E solo quando tutto sembra sufficientemente chiaro, ci si può rivolgere alla collaborazione di esperti.legale

Cosi, essendosi presentati in parrocchia alcuni avvocati disposti a collaborare a titolo gratuito con il Centro d’ascolto Caritas della nostra parrocchia, si è pensato di creare uno “sportello avvocati”. Ecco come funziona.

Quando si verificano richieste di assistenza legale, fissiamo un appuntamento con uno degli avvocati volontari che porta avanti un primo colloquio e cerca di capire esattamente i termini del problema, valutando se l’intervento di un legale sia conveniente, utile o assolutamente indispensabile.

Solo a questo punto la persona viene messa in contatto con l’avvocato che ha le competenze adatte a risolvere il problema in questione.

Abbiamo iniziato così solo da pochi mesi, sono stati fatti i primi colloqui e alcuni degli avvocati volontari si sono fatti carico dei problemi che si sono presentati. Non sappiamo ancora se tutto funzioni alla perfezione; probabilmente sì, ma pensiamo anche che la cosa più importante sia  cominciare a mettersi al servizio della comunità, vedere e cercare di capire i bisogni di chi ci sta vicino, fare di tutto per dare un aiuto concreto.

Ciascuno con le risorse di cui dispone, per quello che sa e può fare.

Laura

 

Jonathan

Jonathan

Ogni volta che qualcuno mi chiede di scrivere un articolo di presentazione dell’Associazione JONATHAN della nostra Parrocchia mi concentro sulla descrizione della nascita e dell’evoluzione del nostro gruppo e sull’elenco preciso e sintetico delle attività organizzate durante l’anno dalla compagnia di amici, disabili e volontari, che vivono insieme un po’ del loro tempo libero nel fine settimana.

Tuttavia questi aspetti credo siano noti a tutti quelli che partecipano anche marginalmente alla vita di Santa Maria del Suffragio o che solo sono passati sul Corso XXII Marzo nella giornata in cui l’Associazione vende giochi di legno in prossimità del Natale per auto-finanziare le sue attività.

E allora questa volta vorrei provare a trasmettere a quanti ci leggono le emozioni più profonde che ci spingono a vivere e a continuare questa esperienza, nata nel 1984. Perché, se il tempo libero di noi tutti è sempre poco, ci sono momenti della nostra vita che, vissuti alla luce dell’incontro con i ragazzi e le loro famiglie e insieme a loro, acquistano un significato diverso e profondo, sensazione che varrebbe la pena, almeno una volta nella vita, sperimentare.

Penso a quando noi “volontari” ci siamo diplomati, laureati, abbiamo trovato il lavoro,jonathan abbiamo incontrato un amore importante, ci siamo sposati, abbiamo atteso e accolto l’arrivo dei nostri figli, alla partecipazione dei nostri bimbi alle attività del Jonathan, a quelle volte in cui il peso delle nostre difficoltà così banali e “normali” si è confrontato con le vite delle famiglie dei nostri ragazzi. Penso ai dolorosi momenti in cui abbiamo partecipato insieme all’estremo saluto a uno dei nostri ragazzi o a un suo genitore, alle lacrime e  alle preoccupazioni per il futuro. A quando abbiamo ascoltato dalle mamme, dai papà, dalle sorelle e dai fratelli dei nostri ragazzi parole vive e vere: di gioia sincera per i nostri successi, di conforto per i nostri fallimenti, di incoraggiamento per i nostri problemi, di amicizia per noi e di affetto per i nostri figli, “i nipotini” del Jonathan.

 

…e io avrò cura di te…

Non sto parlando di gratitudine, ma di un legame, che è prima di tutto fra noi volontari e poi con i ragazzi e le loro famiglie, e che nasce dalla FEDELTA’ …c’è il volontario che si è trasferito fuori Milano per lavoro e che torna almeno una volta all’anno a salutare, c’è chi offre la sua esperienza per organizzare il pranzo di Natale per 90 persone, c’è chi si prende l’impegno di organizzare almeno un’attività durante l’anno e chi partecipa alla ginnastica settimanale del sabato mattina alla palestra Arca. E la nostra FEDELTA’ nasce dalla consapevolezza che esiste qualcosa che ci accomuna tutti: essere uomini che attraversano questa vita come se fossimo su un guscio di noce.Talvolta il mare è calmo, talvolta la tempesta sembra non finire mai, ma siamo consapevoli che solo tenendoci ben stretti gli uni agli altri la nostra vita e il nostro viaggio avranno un senso più vero e pieno.

Come dice Franco Battiato nella sua meravigliosa canzone “La cura”: “ti proteggerò dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai… ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore dalle ossessioni delle tue manie… e guarirai da tutte le malattie perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te.  Ti salverò da ogni malinconia perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te…”.

Ecco l’impegno che ci siamo assunti  e  la promessa che cerchiamo di mantenere: prenderci cura gli uni degli altri.

Questo è ciò che ci insegna il Vangelo e questa è la radice  dell’albero del JONATHAN, albero da cui qualcuno di voi, forse spinto dalla lettura di queste mie poche righe, vorrà venire a cogliere un frutto dolce e maturo che aspetta solo di essere raccolto.

    Claudia

 

shalom

Shalom

Shalom è il saluto ebraico, significa pace, la pace sia con te.

E’ questo il nome che diede Don Erminio de Scalzi (allora parroco di Santa Maria del Suffragio e oggi vescovo e abate di Sant’Ambrogio) a due piccoli appartamenti appena ristrutturati che mise a disposizione per l’accoglienza.

All’inizio, per il piccolo appartamento monolocale l’accoglienza era indirizzata ai familiari di persone che venivano a Milano da lontano per sottoporsi a cure ospedaliere e non potevano permettersi la spesa di un albergo.

Quello più grande, due camere, era invece riservato a studenti e lavoratori provenienti da fuori Milano che non potevano affrontare la spesa di un affitto nella nostra città (cara, in ogni accezione della parola).shalom

Successivamente, mentre il monolocale chiamato Shalom-1 continuava a essere utilizzato da familiari di ammalati, l’altro appartamento, denominato Shalom-2, a seguito dell’incalzante afflusso di immigrati da ogni parte del mondo, venne destinato a ospitare appunto alcuni migranti in attesa di una sistemazione più definitiva altrove.

In seguito, sempre nell’ambito della struttura Parrocchiale, veniva adattato e messo a disposizione dei familiari degli ammalati un altro piccolo appartamento, denominato Shalom-3.

A partire dal 2012, in considerazione del numero crescente di richieste da parte dei familiari di ammalati (il nostro indirizzo è inserito negli elenchi di alcuni ospedali, come I.E.O., Istituto nazionale dei Tumori, ecc), la Parrocchia ha deciso di dedicare anche Shalom-2 a questo scopo.

Quel che è importante è fare accoglienza con un certo spirito e con il massimo rispetto per le persone che, in una situazione o nell’altra, hanno grossi problemi, di fronte ai quali noi che godiamo di certe comodità siamo obbligati a riflettere sul tema della carità.

 

Shalom, le case dell’accoglienza

La nostra attività è una goccia nel mare delle molte richieste che arrivano, soprattutto dal meridione; però molte gocce messe insieme fanno qualcosa e sappiamo che a Milano ci sono molte altre realtà simili alla nostra.

La gestione degli appartamenti di accoglienza è affidata a volontari della nostra Parrocchia.

Quando è possibile, si cerca di stabilire anche un certo rapporto personale con chi chiaramente vive momenti difficili e, per scarsa fiducia nell’assistenza sanitaria della propria Regione, nonostante i problemi di salute si sobbarca il disagio di un trasferimento e di un soggiorno lontano da casa.

Per inciso, dobbiamo segnalare che anche Shalom, come molti altri servizi della Caritas Parrocchiale, è svolto attualmente da persone piuttosto avanti negli anni che, prima o poi, dovranno essere rimpiazzate da volontari più giovani.

Eugenio

 

giovani

logo

 

Sezione dedicata alle attività giovanili.

Per informazioni dettagliate riguardanti l'oratorio (gemellato con quello della Parrocchia di San Silvestro e Martino  in via Maffei) rivolgersi a don Paolo

15 marzo 20114

 

Buongiorno!
il sito "oratoriodelsuffragio" è stato chiuso qualche anno fa. Era
stata un'idea di sr. Lucia Mantovani ma siccome poi nessuno riusciva a
stargli dietro per tenerlo aggiornato ho preferito chiuderlo. Per cui per
ora ho pensato di trovare altre strade per far arrivare le comunicazioni che
non fosse quella di internet... Piuttosto eliminerei la pagina delle
attività giovanili dal sito della parrocchia...

Grazie.
don Paolo