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Pr. 93/COM_SOC/2017
Oggetto:
La santità: ideale desiderabile al cuore dell’uomo del nostro tempo
Il mese di novembre, sentito perlopiù come un tempo malinconico, inizia in realtà nel modo migliore, con la celebrazione della solennità di tutti i santi. San Bernardo di Chiaravalle dice: “Per parte mia devo confessare che, quando penso ai santi, mi sento ardere da grandi desideri”. I desideri e la santità? Possono stare insieme? Certo! La vita dei santi è una esistenza riuscita, compiuta, spesso passata attraverso prove. Se compresa bene, la santità è un ideale profondamente desiderabile al cuore dell’uomo e della donna anche del nostro tempo. Pensiamo solo a due santi canonizzati un anno fa: Madre Teresa di Calcutta, che ha saputo incarnare la misericordia di Dio attraverso una compassione profonda per tutte le persone emarginate; Ludovico Pavoni, che ha unito attenzione sociale, educativa e professionale. Quante figure stupende ha la nostra Chiesa! Gianna Beretta Molla, Enrichetta Alfieri, Luigi Monti, Carlo Gnocchi, Luigi Monza, Luigi Talamoni e tanti altri. La solennità di tutti i santi ce li fa ricordare “insieme”, cioè come “comunione dei santi”. Infatti, una vita santa è sempre una “vita in relazione”. L’amicizia tra i santi è uno spettacolo di umanità. Questo ci ricorda che anche noi siamo fatti non per la solitudine ma per vivere in comunione gli uni con gli altri. Da questa solennità discende una luce potente anche sulla commemorazione di tutti i defunti (2 novembre). Pensiamo ai nostri cari “passati all’altra riva”, preghiamo per loro, andiamo a far loro visita al cimitero, sostenuti dalla grande speranza che ha animato la vita dei santi: Gesù, crocifisso e risorto, ha vinto il male e la morte. Il filosofo Gabriel Marcel affermava: “dire ad una persona: ti amo, è come dire: tu non morirai”. Perché l’amore vince la morte. La speranza cristiana ha l’audacia di credere nella “risurrezione della carne”. E’ l’annuncio che tutto quanto abbiamo vissuto in questa vita non andrà perduto, sarà trasfigurato in Dio; ritroveremo i volti che abbiamo amato. I santi sono stati mossi da questa speranza; per questo hanno vissuto “alla grande” e ci invitano a fare lo stesso.
+ Paolo Martinelli
Vescovo e Vicario episcopale
Milano, 18 ottobre 2017
Comunicazioni Precedenti:
Delpini, una vita al servizio della Chiesa ambrosiana
Mons Delpini sarà il nuovo Arcivescovo: il comunicato ufficiale
Nella Solennità della Santissima Trinità - Angelo Card. Scola (11 giugno 2017)
Non abbiamo che questo - mons.Delpini (1° giugno 2017)
Sabato 20 maggio appuntamento con l’Andemm al Domm - mons. Tremolada (12 maggio 2017)
Papa Francesco tra vocazione e missione - mons. Martinelli (2 marzo 2017)
VISITA DI PAPA FRANCESCO A MILANO. LE VIDEO-LETTERE FIRMATE DA GIACOMO PORETTI. - papamilano2017.it
La Chiesa: popolo di Dio in cammino nell’oggi - Valentina Soncini (17 febbraio 2017)
Papa Francesco viene a visitare Milano e le terre ambrosiane - mons. Bressan (3 febbraio 2017)
Ai fedeli della Chiesa Ambrosiana e a tutti gli abitanti della città metropolitana e delle terre di Lombardia
Il Consiglio Episcopale Milanese - Milano, 5 dicembre 2016
Pluralità nell’unità: confronto aperto nel prossimo Consiglio Pastorale Diocesano (26 e 27 novembre) - Valentina Soncini (18 novembre 2016)
Avvento: tempo per accogliere e generare amore - Mons. Bressan (7 nov 2016)
La festa della riconciliazione - Mons. Delpini (25 ott 2016)
Naturale/Artificiale. Cosa sta diventando la vita? - Mons. Bressan (17 ott 2016)
proposta di pastorale giovanile per l’anno pastorale 2016-2017 - Mons. Tremolada (27 set 2016)
Avvio dell’anno pastorale 2016/17 - Mons. Delpini (13 set 2016)
Il rinnovo dei Consigli pastorali parrocchiali e degli altri organismi di partecipazione e di consiglio a livello decanale e diocesano
Carissimi, per vincere lo scoraggiamento e il malumore che rischia di invecchiare le nostre comunità, basta che io, che tu, che noi ci coinvolgiamo nell’affascinante compito di annunciare Gesù Cristo, motivati solo dalla docilità allo Spirito di Dio che abita in noi.
La situazione e perciò l’esito dell’impegno può anche essere modesto, può anche essere complicata, la storia di una comunità può anche aver causato ferite, ma lo Spirito di Dio non abbandona mai la sua Chiesa.
Non solo l’immenso patrimonio di bene, ma anche le difficoltà possono rivelarsi feconde di nuove risorse, vocazioni e manifestazioni della gloria di Dio se ci sono persone che accolgono l’invito a dedicarsi all’edificazione della comunità. Il rinnovo dei Consigli pastorali parrocchiali e degli altri organismi di partecipazione e di consiglio a livello decanale e diocesano è l’occasione propizia. Invito quindi tutte le comunità a preparare bene questi adempimenti e chiedo a tutti di domandarsi: «Io che cosa posso fare per contribuire all’edificazione di questa comunità?». Mi permetto di offrire una risposta e di formulare una proposta: tu sei pietra viva di questa comunità, tu sei chiamato a santificarti per rendere più bella tutta la Chiesa, tu sei forse chiamato ad approfondire la comunione da cui scaturisce quel «giudizio di fede» sulla realtà che lo Spirito chiede a questa comunità, in questo momento, in questo luogo. Ascoltare lo Spirito di Gesù risorto che ti suggerisce di riconoscere i doni che hai ricevuto e il bene che puoi condividere, ti consentirà di offrire un contributo al cammino della comunità parrocchiale, decanale, diocesana. Servono esperienze, competenze diversificate, capacità comunicative, ma i tratti fondamentali e indispensabili sono l’amore per la Chiesa, l’umiltà che persuade alla preghiera e all’ascolto della Parola di Dio, la docilità allo Spirito che comunica a ciascuno doni diversi per l’edificazione comune. Per questo vi scrivo, carissimi: per incoraggiare ciascuno a sentirsi lieto e fiero di poter offrire qualche dono spirituale per il bene della nostra amata Chiesa ambrosiana. Ne abbiamo bisogno. In un tempo come questo solo una Chiesa viva può irradiare motivi di speranza e restituire all’umanità fiducia per il suo futuro. Nel nome del Signore vi benedico tutti.
Cardinale Angelo Scola
Arcivescovo di Milano
Milano, 19 gennaio 2015
Consiglio Pastorale Parrocchiale
UN SOGNO PER LA PARROCCHIA
In questo ultimo anno il Consiglio Pastorale Parrocchiale si è rinnovato. Non solo nelle persone che lo compongono ma anche nelle idee che lo ispirano. È stato infatti scritto un nuovo Progetto Pastorale Parrocchiale per gli anni prossimi.
Di che cosa si tratta?
È una specie di sogno su che come dovrebbe vivere la Parrocchia e un’indicazione di passi concreti da fare insieme perché quel sogno si possa avverare.
E’ una riflessione importante, per diverse ragioni:
- anzitutto per renderci conto di che cosa in concreto significa fare ‘pastorale’ o, per i più impegnati nella comunità, essere operatori pastorali;
- per avere uno sguardo globale che permetta di porsi delle mete e di impostare un cammino significativo, realistico e praticabile nella Parrocchia;
- per verificare se gli strumenti pastorali che abitualmente usiamo per far crescere la comunità cristiana nella fede sono adeguati e dove esattamente si devono collocare in un itinerario equilibrato di vita pastorale;
- per evitare di assolutizzare o enfatizzare alcuni settori della vita pastorale, lasciandone altri atrofizzati, impoverendo il cammino di fede che una comunità cristiana deve poter fare.
Abbiamo immaginato la parrocchia come una casa il cui fondamento non può essere se non Gesù Cristo, la sua presenza, la sua Parola.
Poi c’è un pian terreno, quello che permette di accedere all’abitazione: è la fraternità, uno stile di relazioni che dimostrino accoglienza, amore, dedizione a tutti coloro che, per qualsiasi motivo alla parrocchia si accostano.
Poi c’è un primo piano che è lo stile con cui Gesù ha vissuto la sua missione: nell’umiltà, mettendosi all’ultimo posto, senza ricerca di ritorni o di gratificazioni per sé, nel vissuto di una carità gratuita e capace di suscitare stupore.
Sarebbe proprio bello che fosse così, sempre.
Che ogni gesto, ogni atto, ogni iniziativa della nostra Parrocchia fosse animato da questi tre principi: rimettere il Signore al centro della vita della comunità (nella preghiera, nell’ascolto della Parola, nella celebrazione dei sacramenti…), vivendo relazioni significative e profonde che siano segno della bellezza del Vangelo anche pere altri, in uno stile di umiltà vera di chi non cerca la gloria per sé ma, secondo l’indicazione del Vangelo, perché “vedano le vostre opere buone e diano gloria a Dio”.
don Maurizio