Nasce nel 1881 ed è ordinato sacerdote nel
1905.
Professore di religione all'istituto magistrale di Porta
Volta e contemporaneamente all'Accademia di Brera, dove ha avuto
modo di conoscere valenti artisti che tanto contribuiranno a
rendere preziosa la nostra chiesa negli anni a seguire.
Fu, durante il primo conflitto mondiale, cappellano della Riserva in
tre ospedali a Pavia e, in seguito, cappellano della Legione
"Carroccio` in Milano, scrittore di agiografie, biografie, letture
spirituali e studi, intelligenza viva che ha saputo adeguatamente
coniugare il suo ministero sacerdotale con l'attività
editoriale.
E' stato coadiutore in alcune parrocchie della
Diocesi (Trezzo d'Adda, Mezzana).
Fa il suo ingresso solenne
nella comunità del Suffragio il 7 dicembre 1930 dopo
venticinque anni dalla sua ordinazione sacerdotale.
Rimane
parroco del Suffragio per più di venticinque anni, fino al
6 lugno 1959, giorno della sua morte, lasciando la chiesa
arricchita di preziose opere d'arte e di significative
istituzioni.
FACCIAMO MEMORIA
Scherzando, in un suo scritto,
affermava che qualcuno lo accusava di "mal della pietra" e se
volessimo essere pignoli ed elencare tutte le opere intraprese
e condotte a termine da don Portaluppi in parrocchia non faremmo
che confermare questa tesi. La sua conoscenza diretta di famosi
artisti, avvenuta negli anni d'insegnamento a Brera, gli ha
permesso di abbellire con opere di pittura, scultura e
architettura tutto l'edificio. Alcune di queste non sono più
visibili, per interventi successivi, o lo sono solo in parte, ma
molte costituiscono ancora oggi il valore materiale del nostro
tempio.
La Via Crucis (1933) di Aldo Carpi e dello stesso autore
la Crocifissone (1946) e la Resurrezione (1946) del presbiterio,
gli affreschi del transetto di Luigi Filocamo (1954 e di Raffaele
Albertella (1946), sono i più importanti interventi
pittorici mentre tra le opere scultoree, tutte di Leone Lodi ,
possiamo ancora ammirare S. Antonio (1933); la Madonna della
Misericordia (1937); il Portacero pasquale (1947); il Sacro Cuore
(1954) e l'attuale Altare Maggiore (1953).
Ma indubbiamente le
opere più impegnative e appariscenti sono state quelle
architettoniche.
L'interno del 1896 è stato completamente
ridisegnato. Su progetto dell'arch. Ottavio Cabiati e consiglio
dell'arch. Giovanni Muzio prima il presbiterio (1942-45) poi
l'intera chiesa (1949) hanno assunto una veste diversa "...
più atta a far pregare".
Perché in fondo il
desiderio di don Angelo era proprio questo: l'arte come
manifestazione creativa deve essere mezzo per rendere meglio e con
più forza lode e grazie al Creatore.
Allora il suo
non era un semplice fare; tutta la sua attività aveva un
fine pastorale e sociale perché peccheremmo di grave
omissione se non ricordassimo il suo accanimento per acquisire
spazi per i diversi gruppi parrocchiali nel 1934 allorché
acquista e ristruttura la Casa delle Opere, oggi sede dei servizi
sociali e del cineteatro, o la realizzazione dell'Asilo
Parrocchiale di via Poma (1953-55), o l'acquisizione del terreno
nei pressi della Senavra per poter in seguito dotare una futura
parrocchia di un maggior spazio vitale.
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